Emblema della Repubblica Italiana

Consiglio Nazionale degli
Studenti Universitari

Ministero dell'Università e della Ricerca

2022-2025

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  • Home pagePareri2022Parere in merito allo schema di riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario

3 giugno 2022

Roma, lì 31 maggio 2022

 

All'attenzione della Ministra dell'Università e della Ricerca

Prof.ssa Maria Cristina Messa

e p.c.

 

Al Capo di Gabinetto

Prof. Giuseppe Recinto

Ministero dell'Università e della Ricerca

 

Alla Segretaria Generale

Dott.ssa Maria Letizia Melina

Ministero dell'Università e della Ricerca

 

Alla Direttrice Generale

Dott. ssa Marcella Gargano

Ministero dell'Università e della Ricerca


Oggetto: "Parere in merito allo schema di riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario"

Adunanza del 30 e 31 marzo 2022
IL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

VISTA la nota del Ministro del 12/05/2022, con la quale si trasmette, per il parere di competenza, lo schema di decreto ministeriale recante i criteri per il riparto del fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle università statali per l'anno 2022;

VISTO lo schema di decreto recante i criteri per il riparto del fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle università statali per l'anno 2022 come sopra individuato;

VISTO il decreto ministeriale n. 1015 del 4 agosto 2021 relativo al "Costo standard per studente in corso 2021-2023";

VISTA la legge 30 dicembre 2021 n.234 relativa al "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024";

VISTA la legge del 29 dicembre 2021 n. 233 di conversione del D.L. n. 152/2021 recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose";

VISTO il decreto ministeriale n. 289 del 25/03/2021 relativo alle "Linee generali d'indirizzo della programmazione triennale del sistema universitario per il triennio 2021-2023 e i relativi indicatori per la valutazione periodica dei risultati";

VISTO il documento licenziato dal Consiglio Universitario Nazionale in data 24 marzo 2022, recante come oggetto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - Missione 4, Componente 1, riforma 1.5 - "Riforma delle classi di laurea"

VISTA la mozione approvata dal CNSU in data 13 aprile 2021, recante come oggetto Proposta di indirizzo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

VISTA la mozione approvata dal CNSU in data 29 aprile 2022, recante come oggetto Considerazioni in merito alla richiesta di commento rispetto allo Schema di modifica del Decreto Ministeriale 270 e relativi allegati

VISTO il Parere approvato al CNSU in data 24 luglio 2020 con oggetto: "Parere relativo ai criteri di ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle università statali e dei consorzi interuniversitari per l'anno 2020 e schema di integrazione al DM N. 989 del 2019)"

VISTO il Parere adottato dal CNSU in data 5 dicembre 2020 con oggetto: "Parere relativo al DDL 2790 - Bilancio di previsione dello stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023"

VISTO il Parere adottato dal CNSU in data 26 febbraio 2021 con oggetto: "Parere sullo schema di decreto delle linee generali della programmazione delle università 2019-2021 e degli indicatori per la valutazione periodica dei risultati"

VISTO il Parere approvato al CNSU in data 24 luglio 2021 con oggetto: "Parere relativo ai criteri di ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle università statali e dei consorzi interuniversitari per l'anno 2021"

VISTO il Parere adottato dal CNSU in data 3 dicembre 2021 con oggetto "Parere relativo al DDL 2448 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024"

PARERE

 

Il Consiglio ritiene che questo decreto sia, al pari di quelli degli ultimi anni, insufficiente e non rispondente alle reali esigenze di rilancio del sistema universitario nazionale.

In generale si nota come quest'anno si sia ridotta la dinamica di crescita del Fondo di Finanziamento Ordinario per il 2022, con un aumento annuo prospettato rispetto all'anno precedente del 3.25%, pari a circa 272 milioni di euro, una dinamica in rallentamento rispetto al 2021 (in cui si era registrato un +7.2%).

Il fondo di finanziamento ordinario non è ancora sufficiente a coprire tutte le esigenze del sistema universitario nazionale, il quale necessita di un maggior finanziamento visti i costi incomprimibili a cui gli atenei devono far fronte, ulteriormente aggravati dalla dinamica inflattiva attuale. A ciò si aggiunga come, in generale, una percentuale crescente del fondo venga destinata al finanziamento dei cosiddetti "interventi specifici", a utilizzo vincolato per gli atenei, che ormai pesano per il 22,6% del FFO.

E' ancora una volta necessario ribadire la necessità che il sistema di finanziamento sia globalmente ripensato in una logica radicalmente differente e che assieme ad un cospicuo aumento di investimenti, si favorisca una ripartizione quanto più equa, che garantisca a tutti gli atenei elevati livelli nella qualità della didattica e della ricerca, così da porre un freno ad un sistema che ancora provoca forti diseguaglianze territoriali nel finanziamento che innegabilmente impattano sulla qualità di didattica e ricerca di molti atenei, in favore di logiche di concentrazione delle risorse in pochi centri particolarmente attrattivi.

Un ulteriore tema che il Consiglio non può esimersi dall'inserire come elemento fondamentale per formulare una valutazione sullo stanziamento sono le condizioni di eccezionalità ed i disagi dati dall'emergenza sanitaria causa COVID-19. Le difficoltà che continuano a portare strascichi sulle Università e sulla popolazione universitaria tutta, che sono state oggetto di discussione per il Consiglio e sottoposte all'attenzione del Ministero, hanno messo alla luce tutte le carenze del sistema universitario e portato di conseguenza a variazioni in termini quantitativi dello stanziamento precedente che però non sono state sufficienti a compensare il mutare delle condizioni di vita e di spesa per gli atenei, per gli studenti e per le famiglie, durante la scorso anno ed il corrente.

Si ritiene di necessità primaria per le Università e per gli studenti una ripartenza per un ritorno alla normalità con uno sguardo attento al miglioramento, cogliendo la sfida degli anni appena passati in un'ottica di rafforzamento e potenziamento del rifinanziamento del sistema universitario tutto. Un particolare riferimento deve essere fatto al comparto Ricerca, fondamentale dall'inizio della situazione pandemica che ancora stiamo vivendo. Si ritiene la Ricerca debba ricoprire un ruolo ancora più centrale nel dibattito sull'Università, con maggiori investimenti e possibilità per i futuri ricercatori.

 

Art. 1 - Assegnazioni per obbligazioni assunte per interventi specifici

In merito agli stanziamenti dedicati agli accordi di programma, il CNSU, pur valutando con

favore gli interventi di incentivo o di riequilibrio posti in essere dal Ministero nei confronti di

realtà territoriali e universitarie che meritano politiche differenziate, ribadisce come questi interventi debbano avere stanziamenti aggiuntivi rispetto ai fondi di finanziamento del sistema universitario nazionale.

 

Art. 2 - Interventi quota base FFO

Questo consesso ritiene positivo l'aumento previsto in valore assoluto della cifra a disposizione, pur auspicando un ulteriore aumento della quota base. Si tratta infatti di un fattore che garantisce una ripartizione equa delle risorse, a differenza di, come vedremo, altri fattori come la quota premiale. Si ritiene inoltre che il costo standard abbia raggiunto un livello, pari al 48,7% rispetto al 46,6 dell'anno precedente, sulla quota base tale da alimentare ancora di più effetti distorsivi considerando che a questa percentuale va aggiunta la valutazione dello storico del costo standard, il quale determina un aumento del peso di questo valore. Questo valore, non andando a considerare gli studenti iscritti ai corsi per un numero di anni superiore alla durata normale del corso di studi aumentata di uno, a causa dei meccanismi di calcolo alla base, genera effetti distorsivi su quegli atenei che per ragioni storiche e di contesto, non da ultimo socioeconomico, si ritrovano un maggior numero di fuoricorso.

 

Art. 3 - Assegnazioni destinate alle finalità premiali

Questo Consiglio valuta inoltre negativamente che, ancora una volta, la sua richiesta di invertire la dinamica concorrenziale del finanziamento che vede nella quota premiale il suo principale presidio non sia stata accolta: tale porzione di finanziamento rimane anche quest'anno al 30%, ovvero la percentuale massima consentita dalla legge.  Tale quota, quindi, non va ad essere una quota aggiuntiva vista come premio per gli atenei virtuosi ma va a provocare una dinamica di competizione che va a deteriorare alcune parti del sistema universitario nazionale le quali non sono messe in condizioni di ripianare il divario e le problematiche strutturali, dovute al definanziamento del sistema universitario nazionale, andando con ogni probabilità ad allargare la forbice in sede di distribuzione territoriale delle risorse tra atenei del Nord e del Sud..

Il decreto rimane dunque in linea con linea con il costante incremento che ha portato la quota premiale dal 17,3% del 2014 al 27% del 2022, a scapito della quota base che si è ridotta al 48,6% dal 72,5% del 2014. La crescita di questa voce avviene a scapito del FFO libero.

Lo stesso modo di determinazione della quota premiale, essendo regolato delle linee generali d'indirizzo della programmazione triennale delle università 2021-2023, approvate con D.M. n. 289 del 25 marzo 2021, contiene al proprio interno le suddette dinamiche di competizione. Tali linee guida determinano infatti, anche solo con la valutazione della ricerca e dei ricercatori, un'impossibilità ad effettuare una rilevazione uniforme delle politiche adottate dalle singole istituzioni universitarie.

Come negli anni precedenti, la quota premiale è determinata per il 60% in base ai risultati della VQR, aspetto questo che, si ribadisce, palesa delle criticità a più riprese evidenziate da larga parte del mondo accademico, per le evidenti storture derivanti da una scarsa capacità di sistema di valutazione quantitativo-algoritmico a porsi come parametro di qualità della ricerca.

In merito ai criteri di ripartizione della quota premiale, questo consiglio ribadisce la propria contrarietà alla schiacciante prevalenza del criterio relativo alla qualità della ricerca e denuncia nuovamente la scarsa presenza di indicatori che valutino autenticamente impegno e progresso degli atenei nel garantire la qualità della formazione.

Si ribadisce pertanto la raccomandazione che, per non incidere negativamente sul funzionamento degli atenei e non penalizzare le Università in maggiore difficoltà, la quota premiale torni ad avere una funzione meramente integrativa del finanziamento complessivo che invece dovrebbe seguire una logica maggiormente perequativa. Questo, al fine di intervenire efficacemente sul tema dell'equa distribuzione di risorse, evitando di aggravare le condizioni di atenei (presenti soprattutto nel sud-Italia) già pervasi da problemi strutturali e difficilmente risolvibili senza importanti interventi esterni di finanziamento.

 

Art. 4 - Intervento perequativo FFO

Il CNSU sottolinea la necessità che siano aumentate le risorse complessivamente destinate alla perequazione (per il 2022 pari a soli 150 milioni), riportandole perlomeno ai livelli del 2021 (175 milioni) e auspicabilmente a quello del 2016 (195 milioni).

Nel merito dell'intervento perequativo si osserva quanto segue:

-appaiono sostanzialmente condivisibili le finalità A e C di cui all'allegato 2;

- circa la finalità A questo Consesso richiede però il ripristino del peso pari all'11% già utilizzato nel FFO 2021, più consono al fine perequativo (allegato 2);

- circa la finalità B questo Consesso richiede, in coerenza con i propri pareri precedenti, di condurre ogni Università entro l'intervallo di salvaguardia da 0% a +3% rispetto

all'assegnazione del FFO dell'anno precedente, esclusi gli interventi specifici (Allegato 2). Una maggiore attenzione alla perequazione consentirebbe agli atenei di adeguarsi più gradualmente alle incognite legate alle crescenti incidenze del costo standard per studente e della quota premiale e, più in generale, agli effetti degli incrementi stipendiali obbligatori. Si

auspica, quindi, che sia dedicato alla perequazione il massimo di risorse previste dallo schema di decreto sulla programmazione triennale 2021-2023 (3%).

 

Art. 5 - Incentivi per chiamate dirette e di docenti esterni all'ateneo

Si apprezza la stabilizzazione delle risorse destinate alla mobilità di docenti e ricercatori (20

milioni) rispetto a quanto stanziato nel biennio 2019-2020 (17 milioni) e l'uso esclusivo, in regime di cofinanziamento al 50% della chiamata diretta di professori e ricercatori di cui dell'articolo 24 comma 3 lettera b) della legge 30 dicembre 2010, n. 240, ai sensi dell'articolo

1, comma 9, primo periodo, della legge 4 novembre 2005, n. 230.

Questo Consesso ritiene che i finanziamenti relativi al reclutamento del personale docente e ricercatore debbano avere carattere strutturale, ciclico e programmato non potendo esaurirsi a misure episodiche. Si apprezza quindi la stabilizzazione dei fondi chiedendo, in ogni caso, un piano strutturale di aumento del personale ricercatore e docente in servizio presso gli atenei italiani.

 

Art. 6 - Programma per giovani ricercatori "Rita Levi Montalcini"

Si apprezza la stabilizzazione dello stanziamento di risorse rispetto al 2021 (8,5 milioni) che

conferma l'incremento registrato lo scorso anno rispetto al 2020 (+1,5 milioni). Questo Consesso esprime anche per le misure di quest'articolo le stesse considerazioni espresse alla misura precedente rispetto ad una richiesta di reclutamento ordinata e strutturale.

 

Art. 7 - Consorzi interuniversitari e gestione rete GARR

Come già rilevato lo scorso anno, il CNSU prende atto (allegato 3) che larga parte delle risorse previste sono destinate ai consorzi Cineca e Almalaurea (13,770 milioni). È invece confermata l'esigua cifra degli scorsi anni (2 milioni) destinata ai consorzi interuniversitari che hanno partecipato alla VQR 2015-2019 secondo le modalità previste nell'allegato 3.

Si ribadisce come un maggiore finanziamento della rete GARR sia necessario per offrire un'adeguata risposta alle esigenze didattiche e di ricerca degli atenei.

 

Art. 9 - Interventi a favore degli studenti

Emerge, in confronto con il 2021, un decremento netto di circa 105 milioni che questo Consiglio non può che giudicare negativamente. Questo si lega, in aggiunta alla riduzione di circa 66 milioni causata dalla sospensione dei finanziamenti straordinari per le proroghe a favore dei dottorandi di ricerca legate all'emergenza pandemica, a un azzeramento del finanziamento straordinario (40 milioni) stanziato dal D.L. 73/2021 per favorire l'attività di orientamento e tutorato a beneficio degli studenti che necessitano di azioni specifiche per promuovere l'accesso ai corsi della formazione superiore, nonché di azioni di recupero e inclusione, anche con riferimento agli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell'apprendimento secondo i criteri previsti con il decreto ministeriale 30 giugno 2021 (prot. n. 752).

Il Consiglio esprime contrarietà all'azzeramento del finanziamento straordinario di 40 milioni previsto dal D.L. 73/2021, per attività di orientamento e tutorato a beneficio degli studenti che necessitano di azioni specifiche per promuovere l'accesso ai corsi della formazione superiore e ad azioni di recupero e inclusione destinate a studenti con disabilità e con disturbi specifici dell'apprendimento. Questo consesso ne richiede il ripristino immediato e richiede il reperimento di risorse aggiuntive per lo stesso.

 

Comma a) borse dottorato / post - lauream

In riferimento all'articolo 9, si ritiene positivo l'incremento dell'importo della borsa di dottorato.

Si rileva inoltre come, in ambito relativo alle borse di dottorato e alla ricerca tutta, vi sia un trend di aumenti esageratamente vincolati a progetto, come in precedenza sottolineato dal CUN. A ciò si aggiunga come, in generale, una percentuale crescente del fondo venga destinata al finanziamento dei cosiddetti "interventi specifici", a utilizzo vincolato per gli atenei, che ormai pesano per il 22,6% del FFO.

Emerge anche la riduzione di circa 66 milioni causata dalla sospensione dei finanziamenti straordinari per le proroghe a favore dei dottorandi di ricerca legate all'emergenza pandemica; dall'altra un aumento del finanziamento per le Borse post lauream di 15 milioni, rispetto alle dotazioni ordinarie dell'ultimo triennio. Questo Consesso apprezza quest'ultima positiva evoluzione. Tuttavia, come già evidenziato in passato, si rileva la necessità di intervenire sul finanziamento complessivo dedicato al dottorato di ricerca incrementando lo stanziamento strutturale per compensare gli atenei del maggior costo delle borse, in vigore dal 1° gennaio 2018, che trova solo una parziale compensazione nel FFO, con conseguenti maggiori oneri a carico dei bilanci dei singoli atenei ormai da quattro anni.

Si invita ad aumentare i fondi previsti per il dottorato di ricerca visto il numero di posti esiguo e con una retribuzione insufficiente.

 

Comma b) Linee generali di indirizzo programmazione triennale

Si ritiene fondamentale un lavoro sulla mobilità degli studenti e sugli interventi di orientamento pre-universitario.

 

Comma c) Interventi di sostegno agli studenti con disabilità

Si valuta positivamente il mantenimento nel FFO dei fondi dedicati alla platea degli studenti con disabilità o con DSA destinatari di risorse dedicate (8 milioni), con ripartizione tra gli atenei secondo le rispettive quote indicate nell'allegato 5.

Commi d-e) No-Tax area

Per quanto attiene il consolidamento delle risorse destinate alla contribuzione studentesca, il Consiglio condivide la scelta di stabilizzare le risorse destinate alla compensazione della no-tax area. A questo proposito, il Consiglio sottolinea la necessità, nel tempo, di un progressivo innalzamento della stessa a 30.000 ISEE, secondo quanto già espresso in passato.  Risulterà inoltre fondamentale riuscire, in futuro, a garantire stanziamenti costanti e crescenti in termini di ammontare, soprattutto alla luce dell'incombente scadenza del termine dei fondi previsti dal PNRR.

 

Si rende inoltre necessaria un'iniziativa volta a proporzionare la compensazione destinata ad ogni ateneo in base all'incidenza del minor gettito da contribuzione studentesca, che può variare in base al reddito medio degli studenti che vi risultano iscritti. Questo per colmare le disparità tra atenei che si trovano in contesti socioeconomico differenti.

Si condivide tale decisione, ma si chiede un impegno ad ampliare la no tax area con tempistiche che consentano una corretta programmazione agli atenei all'interno dei propri manifesti o regolamenti, nonché a eliminare definitivamente il fenomeno degli idonei non beneficiari.

 

Il CNSU sottolinea come l'attuale sistema di riparto della no tax area, il quale ha come base l'ammanco previsto mettendo a confronto i dati dell'anno precedente, penalizzi gli atenei virtuosi che, di propria iniziativa, abbiano innalzato la no tax area a livelli superiori rispetto ai minimi fissati dalla legge ed inoltre sottolinea come questo meccanismo non tenga conto delle nuove immatricolazioni, peraltro in calo, determinando quindi un peso gravoso sui bilanci dei singoli atenei.

 

Il CNSU invita quindi il ministero a procedere ad una revisione di questi parametri visto che, in caso contrario, ne risentiranno gli indicatori di sostenibilità dei bilanci degli atenei determinando politiche di consolidamento che passano o per riduzioni delle assunzioni, andando a ledere anche il diritto allo studio, o per aumenti della contribuzione studentesca in altre fasce, generando quindi effetti negativi anche in questo caso sull'accessibilità degli studi, o a un combinato disposto dei due strumenti in una spirale che, evidentemente, andrà a peggiorare lo stato dell'università italiana.

Comma f) Sostegni agli studenti fuorisede

È necessario porre un accento importante sulla condizione dei fuorisede, soprattutto in riferimento agli anni precedenti, viste i numerosi disagi di questi ultimi negli spostamenti, funzione dei corsi e dei tirocini, sostenimento esami e problematiche legate alle abitazioni. Si apprezza lo stanziamento, seppur limitato, di 2 milioni al fine di sostenere gli studenti fuori sede, con difficoltà economiche, residenti in regione diversa da quella in cui è situata la sede universitaria alla quale sono iscritti. Il CNSU invita a procedere ad un aumento dell'ammontare dello stanziamento di questo fondo evidenziando come tale ammontare e il relativo stanziamento tardivo risultino irrisori e adatti solamente a tamponare il problema endemico della questione abitativa, come più volte sottolineato da questo Consiglio.

Art. 10

A seguito dell'applicazione di alcune disposizioni normative in tema di Università e formazione superiore contenute in particolare nelle ultime leggi di bilancio dello Stato e nei numerosi decreti-legge che hanno caratterizzato l'emergenza pandemica, sono stati inseriti in questo articolo molteplici interventi vincolati a iniziative specifiche che rappresentano la motivazione principale dell'incremento di circa il 22,5% del FFO complessivo nel sessennio

2016-2022, con aumento nel 2022 di circa 260 milioni. Si rileva come l'art. 10 presenti oggi una moltitudine di interventi, talvolta con iniziative di modesta entità, che non aiutano la corretta programmazione degli atenei e che rappresentano finanziamenti perlopiù vincolati, mentre il sistema universitario avrebbe urgente bisogno di un rifinanziamento di risorse libere.

Circa i dipartimenti di eccellenza, il CNSU esprime una forte contrarietà a tale misura che determina l'incentivo di dipartimenti andando a sottrarre fondi al Fondo di Finanziamento Ordinario ed al contempo andando a creare situazioni di sempre maggiori divergenze all'interno del sistema universitario nazionale.

Con riferimento al continuo ricorso a piani straordinari per sopperire al depauperamento di

personale dell'ultimo decennio, questo Consesso ricorda ancora una volta la necessità di finanziare anche con reali risorse aggiuntive il sistema universitario nel rispetto dell'autonomia degli atenei ed auspica la creazione di un piano organico di reclutamento pluriennale volto a ricostituire il personale universitario.

In riferimento ai finanziamenti, 50 milioni, finalizzati alla valorizzazione del personale tecnico-amministrativo delle università in ragione delle specifiche attività svolte, si sottolinea come tale notevole aumento in realtà non vada a modificare in maniera significativa l'assetto attuale che vede gli oneri derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale relativi a l'aumento contrattuale del personale delle università a carico delle singole amministrazioni di ateneo, andando ad acuire sempre più nel tempo una forbice di diseguaglianza. Risulta problematico il fatto che tali fondi saranno ripartiti secondo i soli criteri della quota premiale.

Il Consiglio esprime inoltre apprezzamento per l'aumento del Fondo per la Scuola Superiore Meridionale e del Fondo per gli scatti biennali stipendiali (da 120 a 150 milioni di Euro; ottimo poiché diminuisce la pressione sui bilanci di ateneo),  per i 30 milioni di Euro aggiuntivi previsti per 'sostenere le progressioni di carriera dei ricercatori a tempo indeterminato' (ulteriore aiuto economico agli atenei), per il raddoppio (da 100 a 200 milioni di Euro) per il Fondo per la Ricerca, per gli ulteriori 75 milioni di Euro per il reclutamento del personale. Si evidenzia invece negativamente per la sparizione dei 3 milioni di "Fondo perequativo a sostegno delle università statali del Mezzogiorno" con meno di 20.000 iscritti (istituito dall'art. 1, comma 521, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 e valido per il solo 2021).

Il Consiglio infine ritiene non più procrastinabile un piano straordinario di edilizia universitaria volto al superamento di tutte le barriere architettoniche e le insufficienze degli atenei in materia di strutture oltre al loro efficientamento energetico.

 

IL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

 

Nel ribadire l'insufficienza delle risorse pubbliche destinate alla gestione del sistema universitario e nel chiedere il recepimento delle osservazioni qui formulate esprime un parere complessivamente negativo sui criteri per il riparto del FFO, a causa dell'ancora ben lontano risultato di pieno rifinanziamento dell'Università pubblica.

Il CNSU inoltre auspica che gli attuali incrementi possano essere mantenuti ben oltre il periodo pandemico, e possano riguardare il fondo e le università in toto, e non solamente comparti estremamente specifici o vincolati. Servono inoltre meccanismi che sostengano economicamente una programmazione degli interventi migliorativi all'interno degli Atenei, allo scopo di risanare le disuguaglianze presenti tra le diverse università italiane che continuano ad aggravarsi a seguito di politiche di ripartizione dei fondi che spesso approfondiscono le debolezze del tessuto socioeconomico di molti territori sedi di Atenei.

 

 

Il presidente

Luigi Leone Chiapparino

 



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