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Consiglio Nazionale degli
Studenti Universitari

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  • Home pagePareri2017Parere sul documento di indirizzo elaborato dalla cabina di regia relativo alle lauree professionalizzanti

8 settembre 2017

Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari

Roma, 8 settembre 2017

 

Alla cortese attenzione

dell'On. Ministro

Valeria Fedeli

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

 

e p.c.

Al Capo Dipartimento

prof. Marco Mancini

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

 

Al Direttore Generale

dott.ssa Maria Letizia Melina

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

LORO SEDI

 

OGGETTO: PARERE SUL DOCUMENTO DI INDIRIZZO ELABORATO DALLA CABINA DI REGIA RELATIVO ALLE LAUREE PROFESSIONALIZZANTI

Adunanza n. 9 dell'8 settembre 2017

IL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

 

VISTO il documento di indirizzo pervenuto in data 4 agosto 2017 e formulato dalla Cabina di Regia alla luce dell'audizione svoltasi il 12 aprile 2017 nel merito del nuovo percorso sulle Lauree Professionalizzanti;

CONSIDERATO che durante l'audizione svoltasi il 12 aprile 2017 era stato garantito che se ne sarebbe svolta una seconda nel mese di giugno o comunque prima dell'estate, per realizzare un confronto più specifico grazie al documento di sintesi che avrebbe dovuto formulare la Cabina di Regia;

CONSIDERATO che il suddetto documento è giunto con grande ritardo e non ha permesso lo svolgersi di un secondo momento di confronto vero e proprio;

RICHIAMATA la mozione approvata all'unanimità dal CNSU in data 12 e 13 dicembre 2016 in III adunanza;

RICHIAMATA la mozione approvata all'unanimità dal CNSU in data 9 e 10 marzo 2017 in V adunanza con cui si chiedeva l'integrazione della componente studentesca nella Cabina di Regia; mozione successiva alla richiesta formalmente scritta congiuntamente dai Presidenti CNSU e CUN.

ESPRIME ALL'UNANIMITÀ IL SEGUENTE PARERE


  • Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari ritiene che il documento di indirizzo formulato dalla Cabina di Regia sulle Lauree Professionalizzanti, risulti purtroppo fortemente incompleto e privo degli elementi essenziali utili a descrivere le modalità attraverso cui si declineranno i suddetti percorsi, in particolare quali dovranno essere gli strumenti da utilizzare per raggiungere gli obiettivi elencati nel documento di indirizzo.
  • Sin da subito l'introduzione di questo nuovo percorso di studio ha acceso un forte e importante dibattito pubblico, che non ha condizionato solo le discussioni interne agli organi istituzionali: le modalità con cui questi nuovi percorsi stavano per essere introdotti nel silenzio generale hanno spinto lo stesso CNSU a richiederne l'immediata sospensione per avviare un confronto preliminare e necessario, nell'interesse soprattutto degli studenti futuri fruitori.
  • Il documento nella sua formulazione non sembra rispondere alla maggior parte delle questioni specifiche sollevate dal CNSU stesso, anche in sede di audizione, poiché non entra nel merito di come questi nuovi corsi debbano strutturarsi.
  • Per quanto concerne i punti 1, 2 e 3.1, si ritiene incompleta l'analisi che addebita i bassi livelli di occupazione giovanile, l'esiguo tasso di passaggio dal livello di istruzione secondaria all'Università e il ridotto numero di iscritti e laureati alla scarsa presenza di percorsi brevi e immediatamente professionalizzanti nel nostro Paese. In particolare, nel testo si analizzano i dati sopracitati e il posizionamento dell'Italia tra i Paesi OCSE e in Europa rispetto a tali parametri, ma si omette del tutto di analizzare la spesa in istruzione del nostro Paese a confronto con quelli OCSE e in Europa, così come si trascura totalmente il confronto tra il nostro sistema del diritto allo studio e quelli europei. Per questo sarebbe semplicistico pensare che le LP possano figurare come l'unica possibile soluzione ai fenomeni presi in esame.
  • Per quel che concerne il punto 3.2 il documento di indirizzo fa riferimento al modello di università delle scienze applicate inesistente nel panorama italiano, rischiando così di risultare fuorviante. Inoltre al punto 3.4 si considera l'esempio di Paesi europei come Francia e Germania che hanno sistemi di istruzione evidentemente diversi da quello italiano - ad esempio in Francia i corsi biennali sono di completamento diretto degli anni di istituto tecnico della analoga secondaria superiore - volendo sottolineare l'assenza di un percorso formativo terziario con orientamento professionalizzante nel nostro Paese.
  • Nell'intenzione di contestualizzare nel panorama europeo l'introduzione delle LP in Italia, servirebbe invece considerare anche la condizione dei sistemi universitari di partenza. In questo contesto dei corsi di laurea con orientamento professionalizzante sono uno degli strumenti possibili per colmare la mancanza di uno specifico percorso di formazione ritenuto assente nel panorama universitario italiano.
  • D'altra parte nel documento non vengono definite quali siano effettivamente le suddette mancanze nè le finalità e gli indirizzi delle Lauree Professionalizzanti che finora hanno contraddistinto tutta la discussione in materia. Ritorna l'esigenza non risolta di definire il profilo formativo e di evitare del tutto inutili sovrapposizioni rispetto ai vari percorsi professionali esistenti.
  • Inoltre allo scopo di articolare un sistema organico di formazione terziaria, il CNSU ritene fondamentale partire da un'analisi approfondita del fabbisogno formativo e delle necessità didattiche per soddisfare gli obiettivi formativi da individuare.
  • Si ritiene, infatti, che la principale differenza con gli altri sistemi di formazione terziaria professionalizzante europei sia rappresentata dalla scarsa efficacia della programmazione e dall'assenza di un disegno organico sulla filiera formativa terziaria (basti pensare che l'OF degli ITS è stata elaborata in maniera totalmente disgiunta dalle contrattazioni nazionali e ad oggi i CCNL non sono aggiornati rispetto ai Diplomi Tecnici Professionali).
  • Si ritiene che manchi una ricognizione da parte del MIUR sulle "nuove professioni", come definito al punto 4.2 del documento. Definire un modello unico di LP, in assenza di un disegno organico da parte del MIUR sul fabbisogno formativo, giungerebbe a soluzioni insoddisfacenti o incoerenti.
  • Nelle linee guida riportate nel documento in oggetto, in particolare nei capitoli 4, 5 e 6, è necessaria un'analisi più approfondita e servono proposte attuative chiare. Inoltre non vengono risolte le problematiche già evidenziate da questo organo presenti nel D.M. 987 del 12 dicembre 2016.
  • Alla luce dell'obiettivo che lo stesso documento di indirizzo si pone, cioè di incrementare complessivamente il numero di persone tra i 20 e i 34 anni in possesso di un diploma di istruzione terziaria o equivalente e sostenere la formazione continua dei lavoratori, il Consiglio ribadisce la sua preoccupazione rispetto ad un modello che limiti l'accesso esclusivamente a 50 studenti per corso.
  • Si ritiene che le Università debbano garantire una piena e completa formazione a coloro che si iscriveranno secondo i termini indicati dalla Cabina di Regia, in particolare relativamente alle esperienze di tirocinio delle quali è necessario garantirne la qualità. Parallelamente al sussistere e alla verifica di queste condizioni, il Consiglio auspica che la possibilità di frequentare questi percorsi sia garantita a tutti gli studenti interessati.
  • Questo Consiglio accoglie con favore la volontà di rendere questi percorsi abilitanti, come richiesto da questo organo nelle precedenti adunanze e in sede di audizione; si ritiene altresì apprezzabile l'impegno a rafforzare i percorsi di orientamento, attraverso l'utilizzo dei finanziamenti promossi nella Legge di Bilancio 2017, anche se anche per questo aspetto non vengono chiarite le modalità attraverso cui l'orientamento verrà declinato.
  • Il Consiglio ritiene grave l'assenza di una proposta chiara sul tipo di rapporti che dovranno intercorrere tra università e imprese o pubblica amministrazione nella definizione dei programmi didattici delle LP, facendo venir meno il valore generale del percorso di studio. Dunque si ritiene necessaria una programmazione nazionale dell'offerta formativa professionalizzante complessiva e completa evitando così di lasciare piena autonomia ad accordi con imprese e ordini.
  • In merito all'attività di tirocinio da svolgere presso le imprese, associazioni, ordini professionali, pubbliche amministrazioni di cui al comma 1 dell'art. 8 del D.M. 987, questo Consiglio ritiene che il numero di CFU relativi al tirocinio debba essere adeguato al raggiungimento degli obiettivi formativi del percorso e ribadisce la necessità di definire un apparato di tutele e garanzie per gli studenti nello svolgimento dell'attività in questione. Manca nel documento una definizione della struttura di questi tirocini, che dovrebbero risultare utili e formativi per lo studente, sia nell'ottica del prosieguo del percorso formativo che per l'inserimento nel mondo del lavoro.
  • Dovrebbe essere assicurato un rimborso proporzionato all'attività svolta e ai costi sostenuti per poterlo svolgere. Si dovrebbero riconoscere anche il diritto a concordare con imprese, ordini professionali, enti ospitanti, l'orario del tirocinio, in modo che sia corrispondente al carico di CFU che viene riconosciuto oltreché conciliabile con gli orari delle altre attività didattiche del corso, il diritto a ore/giorni di permesso da poter concordare con imprese, aziende, enti ospitanti, il diritto a ore/giorni di permesso in caso di maternità/paternità, il diritto all'assicurazione sanitaria.
  • In conclusione, il CNSU stante la disponibilità a discutere l'introduzione di nuovi percorsi di laurea professionalizzanti, chiede di modificare sostanzialmente il D.M. 987/2016, al fine di ridefinire in maniera completa e all'interno di un quadro normativo certo, la struttura di questi nuovi percorsi formativi.


 

 

Il Presidente

Anna Azzalin



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