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  • Home pagePareri2016Parere sullo schema di Decreto recante i criteri per il riparto del Fondo di finanziamento ordinario delle università per il 2016

25 maggio 2016

Roma, 25 Maggio 2016

Alla c.a. Ministro

Prof.ssa Stefania Giannini

Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca

E p.c.

Capo Dipartimento

Professore Marco Mancini

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Capo di Gabinetto

Dottor Alessandro Fusacchia

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Direttore Generale

Dott.ssa Maria Letizia Melina

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Direttore Generale

Dottor Daniele Livon

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Loro Sedi

 

 

Oggetto: Parere sullo schema di Decreto recante i criteri per il riparto del Fondo di finanziamento ordinario delle università per il 2016

 

 

Adunanza n. 20 del 25 Maggio 2016

 

 

IL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

ADOTTA ALL'UNANIMITA' IL SEGUENTE PARERE

 

 

VISTO lo schema di decreto di riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) per l'anno 2016;

RICHIAMATI i propri precedenti pareri sull'FFO 2015, 2014 e sulla quota di riparto della quota premiale 2013;

 

FORMULA IL SEGUENTE PARERE

 

Il presente schema di decreto evidenzia, ancora una volta, una visione strategica del settore dell'Università e della Ricerca non condivisa da questo Consiglio, in quanto inadeguata al rilancio economico e sociale del Paese. Si tratta di un settore ancora profondamente in crisi rispetto al quale non si riscontra, nelle politiche del Ministero e del Governo tutto, una reale inversione di tendenza. Questo è confermato dal prolungarsi dell'attuale situazione di sotto finanziamento, dalla conservazione di un sistema di finanziamento punitivo e privo di reali meccanismi incentivanti e dal ripresentarsi di inadeguate tempistiche per l'assegnazione dei fondi. Il Consiglio rileva inoltre che, se da un lato questo DM stanzia 47 mln per il piano straordinario per il reclutamento di RTD/B), dall'altro tale risorse risultano drenate dalla quota base (sommando le quote base, premiale e perequativa risulta infatti un calo di 66 mln rispetto l'anno precedente).

 

Nonostante l'importo complessivo del FFO risulti quasi invariato rispetto all'anno precedente (-2mln), il CNSU sottolinea la criticità della diminuzione di 181 mln della quota base, che dovrebbe configurarsi come contributo minimo dello Stato affinché l'Università adempia alla propria missione di "base". Per raggiungere questo obiettivo, è necessaria un netta inversione di tendenza tale da garantire a tutti gli atenei le risorse necessarie a mantenere l'attuale livello di prestazioni e aggiuntive per gli investimenti volti al miglioramento della qualità della didattica e della ricerca.

 

Il Consiglio prende atto del fatto che intercorsi più di due anni dall'emanazione del Decreto "costo standard unitario di formazione per studente in corso" non sono stati aperti percorsi di confronto con gli organi di rappresentanza per arrivare ad una revisione e modifica dei criteri, così come più volte sottolineato dal Consiglio stesso. Di conseguenza il CNSU non può che rinnovare le preoccupazioni espresse l'anno precedente rese ancora più critiche dall'aumento percentuale della quota stessa (dal 25% al 30%). In particolare, il Consiglio rileva che l'inclusione nella quota base dell'FFO di un indicatore che si riferisca ai soli "studenti in corso" non appare coerente con la finalità precipua della suddetta quota, la quale è destinata a finanziare l'impegno economico minimo che un Ateneo è inevitabilmente chiamato a sostenere nei confronti di tutti gli studenti, anche se fuori corso.

 

Ribadisce, come già fatto l'anno precedente, che l'ulteriore aumento della "quota premiale" di circa il 2% proposto in tale decreto (+115 mln), vada ad incidere in maniera eccessivamente negativa sugli atenei considerati "non virtuosi" in assenza di un proporzionale aumento dei finanziamenti generali al sistema universitario. In particolare si ritiene che la quota premiale debba essere sostituita da un fondo aggiuntivo al FFO, evitando che si basi su un concetto punitivo di merito e stabilendo dei livelli minimi di qualità, omogenei su tutto il territorio nazionale, che una volta superati permettano di accedere a tale quota.

 

Il CNSU esprime forte preoccupazione per quanto riguarda l'assenza di informazioni, allo stato attuale, sulle effettive risorse riferite alla quota premiale e sui tempi di attuazione del decreto relativo. Nella "Mozione per la sospensione delle procedure della Valutazione della Qualità della Ricerca 2011-2014" del 20 novembre 2015, il Consiglio aveva già espresso le perplessità per quanto riguardava l'attuazione della VQR 2011-2014 e la previsione, presente in tale decreto, di concluderla entro il 31 ottobre seppur reputata ottimistica comporta per le università l'impossibilità di conoscere i fondi statali del 2016 fino alla fine dell'anno stesso. Tale situazione, verificatasi alcune volte nel corso degli ultimi anni, ha creato gravi difficoltà agli atenei e dovrà essere categoricamente evitata in futuro, ritornando alla pubblicazione dei decreti entro i primi mesi dell'anno.

 

Per quanto riguarda il fondo perequativo, il CNSU valuta negativamente l'abbassamento della soglia di salvaguardia dal -2% al -2.5% per ateneo, in quanto ritiene che in un contesto di scarsità di risorse un'elevata riduzione dei finanziamenti porterebbe a situazioni di penalizzazione eccessive per gli atenei. Inoltre si riscontrano, ancora una volta, rilevanti criticità riguardo la mancanza di un tetto massimo all'incremento di fondi per un singolo ateneo in un solo anno, il quale eviterebbe forti squilibri nella ripartizione dovuti ai repentini cambiamenti degli indicatori.

 

Come già espresso nella "Mozione riguardante la legge di stabilità 2016" del 20 novembre 2015, il CNSU ritiene irragionevole quanto previsto nell'articolo 4 di tale decreto, in attuazione dell'articolo 1, commi 628, 629, 630 delle Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016). In primo luogo perché i ritardi nella spesa dei fondi per l'edilizia universitaria in alcuni casi sono dovuti a fattori, spesso di natura burocratica, esterni alla volontà stessa delle amministrazioni universitarie (ricorsi al TAR, problemi delle aziende vincitrici degli appalti, rallentamenti dovuti alle soprintendenze dei beni culturali ecc.). In secondo luogo queste risorse dovrebbero ritornare nelle competenze del MIUR per poter essere reinvestiti in interventi di edilizia, e non, come previsto, tornare alle competenze dello Stato.

 

In merito alla quota per le borse post-lauream (allegato 3 borse post-lauream) il Consiglio - pur accogliendo positivamente il lieve incremento rispetto al FFO 2015 (pari a circa 12 milioni di euro) - esprime forte preoccupazione per la scelta del MIUR di assegnare "almeno il 60%" di tale fondo al finanziamento dei "dottorati innovativi", secondo quanto previsto nel PNR 2015-2020. Se la definizione di tali percorsi dottorali non risulta infatti ancora chiara, l'accento posto sulla "interdisciplinarietà", "intersettorialità" e spendibilità nel mondo del lavoro (cfr. PNR 2015-2020, pp. 45-46) - congiuntamente al fatto che il loro finanziamento sul triennio graverà per oltre il 76% sul FFO (al capitolo borse post-lauream) - rischiano di compromettere gravemente l'offerta di dottorati "tradizionali", legati alle scienze pure e non immediatamente orientati al mondo del lavoro. In merito ai criteri di ripartizione della suddetta quota, di cui all'allegato 3, il CNSU esprime il proprio parere contrario. In particolare, questo consesso critica l'impiego della VQR 2004-2010 per la valutazione del criterio relativo alla "Qualità della ricerca svolta dai membri del collegio dei docenti", in quanto ormai obsoleto per effettuare una reale valutazione riferita al 2016; allo stesso modo si contesta l'impiego di un criterio relativo al "grado di collaborazione col sistema delle imprese" in quanto penalizzante per dottorati non immediatamente legati al sistema produttivo e per atenei in contesti socio-economici svantaggiati.

 

In conclusione il CNSU ritiene che sia necessario un incremento del finanziamento complessivo che porti il FFO almeno a coprire interamente i costi ordinari di funzionamento e gestione degli atenei, dal costo standard alle spese per il mantenimento di un adeguato livello di personale e a rendere di natura aggiuntiva la quota premiale. Infine, si ritiene opportuno che, in vista del decreto di riparto della quota premiale del FFO 2016, previsto non prima del 31 ottobre 2016, il MIUR istituisca un tavolo per la riforma degli indicatori insieme al CUN, alla CRUI e al CNSU come già chiesto, e ignorato, negli ultimi due anni.

 

 

 

Il Presidente

Andrea Fiorini



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