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Consiglio Nazionale degli
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  • Home pagePareri2010Parere sullo schema del Decreto Ministeriale sulle linee generali di indirizzo della programmazione dell’Università 2010-2012 (di seguito denominato Decreto)(prot. n.77)

8 novembre 2010

 

Prot. n. 77
Spedito il 08.11.2010

AL SIG. MINISTRO
S E D E

 

OGGETTO Parere sullo schema del Decreto Ministeriale sulle linee generali di indirizzo della programmazione dell'Università 2010-2012 (di seguito denominato Decreto)

Adunanza dell'  8.11.2010

IL  Consiglio Nazionale Studenti Universitari

 

 

Vista la nota ministeriale (Direzione Generale per l'Università, lo Studente e il Diritto allo Studio Uff. V°) prot. n.   105    del 27.10.2010     con cui è stato chiesto al CNSU l'esame e  il parere sullo schema di decreto ministeriale sulle lineee generali di indirizzo della programmazione dell'Università 2010-2012;

VISTO lo schema di Decreto Ministeriale sulle linee generali di indirizzo 2010-2012;

VISTA la richiesta di parere pervenuta al CNSU in data 27 ottobre 2010 con nota prot. 105 dall' on.le Ministro  Mariastella Gelmini;

CONSIDERATA l'urgenza di consegnare al Consiglio Universitario Nazionale il parere sul Decreto;

VISTA la legge 16 gennaio 2006, n. 18, con la quale è stato riordinato il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e, in particolare, l'art. 2, comma 2, il quale dispone che il Ministero "richiede il parere del CUN sugli obiettivi della programmazione universitaria…dopo l'acquisizione dei previsti pareri di altri organi", fra cui il CNSU;

Esaminata la documentazione prodotta;

Sentiti i Relatori;

ESPRIME AL SIG. MINISTRO IL SEGUENTE  PARERE:

Il  Cnsu considera apprezzabile la volontà di provvedere ad una razionalizzazione e qualificazione del sistema universitario, vista l'attuale restrizione delle risorse finanziarie disponibili nel corrente triennio 2010-2012. Tuttavia nel testo proposto all'esame del CNSU viene proposta un'idea di qualità come diretta conseguenza di una razionalizzazione generale del sistema universitario. La qualità, come ammesso dallo stesso Ministro nel testo, è la relazione tra risorse disponibili e bacino d'utenza. E' altresì chiaro che per preservare la qualità ed incentivare la formazione dei giovani nel nostro paese non si può che andare ad aumentare le risorse messe a disposizione per il sistema università.
Considera positiva la valorizzazione del ruolo che l'Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) potrà assumere dalla data di insediamento del Consiglio Direttivo e della nomina del Presidente della stessa: l'affiancamento della valutazione dell'attività didattica alla valutazione dell'attività di ricerca.

Considera il decreto d'altro canto ambiguo sotto i seguenti profili.

Valutato ragionevole un intervento di razionalizzazione e qualificazione dell'offerta formativa, come esplicato nei punti 7 e 8 dell'allegato A dello schema del Decreto, e tenuto conto della nuova situazione di riduzione delle disponibilità finanziarie per il sistema universitario, esprimiamo la preoccupazione di fronte al punto 22 dell'allegato B, alla dicitura: "nel presente triennio di programmazione […] non si può procedere alla istituzione ed all'attivazione di nuove facoltà"; e al punto 7 dell'allegato A: "Le Università procedono, in ogni caso, alla disattivazione dei corsi con numerosità di studenti inferiori alle numerosità minime delle rispettive classi".

Se però, fra questi, vi sono corsi che non rispettano i requisiti minimi di numerosità, ma che per rilevanza culturale e scientifica assumono un'importanza formativa e una portata educativa di alto livello per tutto il sistema universitario, essi devono essere trattati come eccezioni.
Sarà l'Università interessata da queste eccezioni meritevoli, che, responsabilmente, si impegnerà a motivare con ragioni adeguate, portandole all'attenzione del Ministero, il fatto che questi corsi rimangano aperti o che si trovi una soluzione condivisa, che vada incontro alla salvaguardia e allo sviluppo del patrimonio culturale dell'Università Italiana, che non può rispondere unicamente ed esclusivamente  a criteri quantitativi di efficienza.

In riferimento alla chiusura dei corsi di studio riteniamo indispensabile garantire il proseguo degli studi, quindi il riconoscimento dei crediti acquisiti e la spendibilità del titolo.

Inoltre, accanto al pur apprezzabile criterio del raffronto fra "offerta dei laureati" e "fabbisogni formativi del mondo del lavoro" che si opera al punto 24, si ritiene indispensabile affiancare altricriteri o requisiti incentrati sull'offerta formativa, i quali possano bilanciare il criterio della sanità finanziaria del sistema universitario.

Il solo raffronto fra "offerta dei laureati" e "fabbisogni formativi del mondo del lavoro" rischia di allontanare il sistema universitario dai suoi principi ispiratori.

In merito alla fusione e federazione delle università statali chiediamo che vengano sentiti i pareri di CRUI, CUN e CNSU, in quanto espressione delle diverse realtà del mondo universitario; con l'obiettivo di avere maggiore chiarezza in merito all'organizzazione amministrativa-didattica.
Per quanto riguarda i tutor riteniamo fondamentale la figura del tutor come sostegno gratuito alla didattica, pertanto riteniamo altresì importante un chiarimento sulla copertura finanziaria degli stessi.

E' necessario aprire una fase di valutazione sui risultati delle riforme degli ordinamenti didattici prodotti dai DM 509 e 270 che tenga conto di un'analisi meno superficiale di quella proposta nel decreto affinchè non si dia avvio all'ennesima revisione degli ordinamenti sovrapposta a quelli già in vigore.
A riguardo del dottorato di ricerca, si esprime profonda preoccupazione per l'indicazione di incrementare " corsi di dottorato di ricerca in ambiti scientifici di interesse del sistema produttivo, mantenendo il collegamento con le imprese anche attraverso l'istituzione di specifiche borse di studio" : un sistema moderno di didattica e ricerca, che punti a dare un contributo fondante in tutti gli ambiti della vita sociale del paese, deve avere la capacità di investirvi. Queste indicazione, invece, sembrano voler prefigurare un disinvestimento in tutti i settori non immediatamente produttivi : dalla ricerca di base nelle discipline scientifiche, mediche e tecnologiche, alla ricerca di ampio raggio nelle discipline umanistiche e sociali.
Per quanto riguarda le indicazioni presenti nella bozza sulle linee guida, nella direzione della riduzione dei corsi di dottorato con basso numero di iscritti, si ribadisce con forza l'urgenza di discutere prioritariamente, con il coinvolgimento di tutti i soggetti universitari, dei contenuti generali della ormai non più rimandabile riforma del dottorato di ricerca : una seria riorganizzazione dei corsi di dottorato e la promozione delle scuole di dottorato, non può prescindere infatti dalla definizione a monte, in termini qualitativi e non meramente quantitativi, dei contenuti e degli obiettivi scientifici di un percorso di dottorato di qualità.

 

IL PRESIDENTE
Mattia SOGARO



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