18 luglio 2024 Roma, 18/07/2024
Alla cortese attenzione dell'On. Ministro Sen. Anna Maria Bernini Ministero dell'Università e della Ricerca
e p.c. alla Segretario Generale Cons. Francesca Gagliarducci Ministero dell'Università e della Ricerca segretariatogenerale@pec..mur.gov.it
Alla Direzione generale degli ordinamenti della formazione superiore e del diritto allo studio Dott. Gianluca Cerracchio Ministero dell'Università e della Ricerca
LORO SEDI
Oggetto: Espressione e definizione misure urgenti per limitare gli effetti della L.86/2024.
Adunanza del 17-18 luglio 2024
IL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI
VISTO l'art. 116 Costituzione, comma 3, che prevede "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata";
PRESO ATTO che il Parlamento, con voto favorevole della maggioranza dei deputati e senatori della Repubblica, ha approvato la legge n. 86 del 26 giugno 2024, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione". Il contenuto di detta Legge dello Stato si sostanzia nell'introduzione di misure attuative della procedura prevista dalla Costituzione per l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di forme ulteriori di autonomia e competenze legislative ed amministrative;
VISTA la situazione complessiva del Diritto allo Studio nel Paese, allo stato della quale risulta una copertura non totale degli aventi diritto alla borsa di studio e una copertura molto limitata delle richieste di posto letto.
CONSIDERATO che il D.L. prevede un ruolo marginale del Parlamento, in particolare, nel procedimento sulla legge di approvazione dell'intesa e nel procedimento per la determinazione dei LEP per i quali è prevista emanazione di decreto legislativo, previo parere non vincolante delle Commissioni consiliari competenti;
CONSIDERATO che l'attuazione degli accordi previsti dalla Legge influenzerà la distribuzione delle risorse nel loro complesso, generando effetti disfunzionali sulla tenuta sociale del Paese in mancanza della definizione dei LEP e di conseguenti meccanismi perequativi;
CONSIDERATO che l'impatto dell'attuazione degli accordi non è attualmente prevedibile, in assenza della definizione dei LEP, peraltro rimessa alla valutazione di un comitato tecnico e sottratta al decisore politico;
CONSIDERATE diverse sentenze della Corte Costituzionale, tra cui la n. 200 del 2009, che hanno definito in maniera vincolante il carattere nazionale dell'istruzione di ogni livello che garantisce, con un'offerta formativa omogenea, la sostanziale parità di trattamento tra gli studenti di tutte le regioni;
CONSIDERATO che, nello specifico, per il sistema universitario prevede, a seconda delle diverse regioni, l'assunzione di rilevanti competenze in materia di finanziamenti, programmazione e personale;
CONSIDERATO che l'approvazione della legge porterà, infine, alla disgregazione del sistema nazionale universitario, con il concreto rischio di drenare risorse dagli atenei meno forti a quelli più forti;
CONSIDERATO che in materia di sanità, costituente ad oggi una porzione sostanziosa dei bilanci delle Regioni, molti sistemi regionali continuano a soffrire carenze strutturali che comportano un allungamento dei tempi di attesa per l'accesso alle prestazioni tale da rendere di fatto inservibile per molte fasce della popolazione la stessa sanità pubblica;
CONSIDERATO che il finanziamento dell'istruzione allo stato comporta gravi carenze sotto il profilo dell'organico, sotto il profilo edilizio e, come già menzionato supra, sotto il profilo delle prestazioni del diritto allo studio, la quale peraltro rischia di peggiorare ulteriormente con l'annunciata riforma dell'accesso alla ricerca;
CONSIDERATO che l'attribuzione di nuove competenze in materia di lavoro alle Regioni può ingenerare dinamiche di concorrenza al ribasso sotto gli aspetti della sicurezza, dell'orientamento e dell'accesso al mercato del lavoro, con effetti deleteri sulla qualità e quantità dell'occupazione nelle Regioni più in difficoltà;
CONSIDERATO che le opposizioni parlamentari, congiuntamente con numerose sigle sindacali e associative, hanno avviato le procedure relative alla proposizione di un referendum abrogativo; in varie Regioni italiane è stata avviata la presentazione di quesiti totalmente o parzialmente abrogativi della legge 86; molti consigli comunali e Giunte municipali hanno espresso contrarietà all'approvazione del Disegno di legge, comprendendo il pericolo che la sua approvazione avrebbe comportato nei singoli Comuni e per le regioni più povere;
ESPRIME
una ferma condanna del metodo impiegato dal Governo per la definizione del contenuto e l'approvazione della Legge 86, nonché dei suoi contenuti altamente lesivi dell'unità nazionale e contrastanti con la Prima Parte della Costituzione, (artt. 2, 3 e 5), e profonda preoccupazione per i risvolti che questa avrà nel sistema universitario e nel sistema di finanziamento degli Atenei;
CHIEDE
al Governo, attraverso il Ministro dell'Università e della Ricerca, di definire misure urgenti atte a garantire che nessun danno derivi al finanziamento dell'Università e del Diritto allo Studio dall'applicazione della Legge 86/2024, in particolare per quanto attiene il riparto del Fondo Integrativo Statale e la distribuzione uniforme ed equa dei servizi abitativi e di ristorazione per studenti e studentesse su tutto il territorio nazionale.
Che il Ministero dell'Università e della Ricerca sensibilizzi i singoli Atenei affinché vengano promosse iniziative di conoscenza e diffusione sulla legge e sulle novità da questa introdotta e affinché i singoli Atenei discutano nei propri organi accademici ordini del giorno che ne evidenzino le criticità.
La Presidente Alessia Conti
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