Emblema della Repubblica Italiana

Consiglio Nazionale degli
Studenti Universitari

Ministero dell'Università e della Ricerca

2022-2025

Indice della pagina



30 maggio 2024

 

Roma, 30 Maggio 2024

 

Alla cortese attenzione

dell'On. Ministro

Sen. Anna Maria BERNINI

Ministero dell'Università e della Ricerca

gabinetto@pec.mur.gov.it

 

dell'On. Ministro

Prof. Orazio SCHILLACI

Ministero della Salute

gab@postacert.sanita.it

e p.c.   All'attenzione dei Rettori

delle Università italiane

Per tramite del Presidente della CRUI

Prof.ssa Giovanna IANNANTUONI

segreteria.crui@pec.it

 

al Presidente del Consiglio Universitario Nazionale

Prof. Vincenzo Paolo Pedone

paolovincenzo.pedone@unicampania.it

 

Al Segretario Generale

Cons. Francesca Gagliarducci

Ministero dell'Università e della Ricerca

segretariatogenerale@pec.mur.gov.it

 

Alla Direzione generale degli ordinamenti della formazione superiore e del diritto allo studio

Dott. Gianluca Cerracchio Ministero dell'Università e della Ricerca

dgordinamenti@pec.mur.gov.it

 

alla Presidente Conferenza Permanente dei Presidenti dei CLM di Medicina e Chirurgia

Prof.ssa Stefania BASILI

Stefania.Basili@uniroma1.it

 

 

 

Al Presidente della VII Commissione

del Senato della Repubblica

Sen. Roberto MARTI

roberto.marti@senato.it

 

Al Sen. Francesco ZAFFINI

Relatore del Testo Unificato adottato dalla                Commissione per i D.L.  N. 915, 916, 942, 980, 1002

francesco.zaffini@senato.it

 

LORO SEDI

Oggetto: Accesso ai corsi universitari di laurea in medicina e chirurgia

IL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

Adunanza del 30 e 31 Maggio 2024

 

VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante «Riforma dell'organizzazione del Governo, a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59» come da ultimo modificato dal predetto d.l. n. 1 del 2020, convertito con modificazioni dalla l. 5 marzo 2020, n. 12, e in particolare gli artt. 2, comma 1, n. 12), 51-bis, 51- ter e 51-quater, concernenti l'istituzione del Ministero dell'università e della ricerca, «al quale sono attribuite le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di istruzione universitaria, di ricerca scientifica e tecnologica e di alta formazione artistica musicale e coreutica», nonché la determinazione delle aree funzionali e l'ordinamento del Ministero;

 

VISTO il decreto-legge 9 gennaio 2020, n. 1, convertito con modificazioni dalla legge 5 marzo 2020, n. 12, (pubblicata in Gazzetta Ufficiale 9 marzo 2020, n. 61) e in particolare l'articolo 1, che istituisce il Ministero dell'istruzione e il Ministero dell'università e della ricerca, con conseguente soppressione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

 

VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 21 ottobre 2022 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 250 del 25 ottobre 2022), con il quale la Sen. Anna Maria Bernini è stata nominata Ministro dell'università e della ricerca;

 

VISTA la legge 19 novembre 1990, n. 341, recante «Riforma degli ordinamenti didattici universitari»;

 

VISTO il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, recante «Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421»;

 

VISTA la legge 2 agosto 1999, n. 264, recante «Norme in materia di accessi ai corsi universitari», e, in particolare, gli articoli 1, comma 1, lettera a), e 4, commi 1 e 2»;

 

VISTO il decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, 270, contenente «Modifiche al Regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli Atenei, approvato con decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509»;

 

VISTO il decreto del Ministro dell'università e della ricerca 14 ottobre 2021, n. 1154, e ss.mm.ii., recante: «Decreto autovalutazione, valutazione, accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio»;

VISTO il decreto del Ministro dell'università e della ricerca del 6 giugno 2023, n. 96, concernente «Modifiche al regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270, del Ministro dell'istruzione, dell'Università e della ricerca»;

 

VISTI i decreti del Ministro dell'università e della ricerca del 19 dicembre 2023, recanti la determinazione delle classi di laurea e delle classi di laurea magistrale;

 

VISTA la proposta di legge n. 1497 recante «Modifiche alla legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di accesso ai corsi universitari di laurea in medicina e chirurgia» presentata il 18 ottobre 2023, come emendata dalla VII Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport) nella seduta n. 121 del 24 aprile 2024;

 

CONSIDERATO un intenso confronto con i rappresentanti degli studenti eletti democraticamente negli Atenei Italiani (tra i quali: Università degli Studi di Napoli "Federico II", Università degli studi di Salerno, Università degli studi di Roma "La Sapienza", Università degli studi di Perugia, Università degli Studi dell'Aquila, Alma Mater Studiorum Bologna, Università degli Studi dell'Insubria,  Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Università degli Studi di Padova, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli", Università degli studi di Cagliari, Università degli Studi di Udine, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Foggia, Università degli studi di Trieste, Università degli studi di Bari "Aldo Moro", Università degli studi di Parma, Università degli studi di Roma "Tor Vergata");

 

CONSIDERATA un'indagine di approfondimento svolta nelle scorse settimane dai rappresentanti degli studenti in seno agli organi di rappresentanza dei CdS in Medicina e Chirurgia italiani in merito all'accesso ai corsi universitari LM-41. Si sono raccolte le opinioni di un campione di 16mila studenti e studentesse di Medicina e Chirurgia da tutta Italia e dall'analisi dei dati è emerso che:

  • oltre l'80% è contrario all'abolizione di una selezione nazionale per l'accesso ai corsi di laurea sanitari;
  • oltre l'85% è contrario ad un primo semestre con discipline qualificanti comune a tutti gli atenei italiani con relativa selezione finale subordinata al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari (CFU) stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre;
  • oltre il 90% ritiene che l'aumento delle ammissioni non sia sostenibile in termini di qualità della didattica e strutturali, sostenibilità già precaria a causa dell'incremento delle immatricolazioni degli ultimi anni.

 

FORMULA QUANTO SEGUE

Dalla discussione emersa basata sull'esperienza quotidiana e istituzionale dei rappresentanti degli studenti dei CdS in Medicina e Chirurgia italiani, avvalorata dall'analisi dei dati, si evidenziano numerosi punti di debolezza della nuova riforma per l'accesso ai corsi di laurea in esame così come formulata dal Testo Unificato proposto:

  1. Sostenibilità : nessuno degli Atenei Italiani è pronto ad affrontare un primo semestre comune con tutti i candidati che ogni anno sostengono il test nazionale per l'accesso ai corsi a numero programmato (circa 90mila solo per Medicina e Chirurgia). L'accreditamento stesso dei CdS e degli Atenei ad ogni ciclo di valutazione ANVUR è condizionato alla sostenibilità piena di spazi per gli studenti, per la didattica, per le attività assistenziali, per i servizi dedicati, come tutoraggio e sostegno a studenti con DSA, e in termini di organico docente e amministrativo.
  2. Standardizzazione: condizionare la selezione nazionale ad una didattica erogata dai singoli Atenei, per quanto si possa prevedere una struttura comune dei programmi di esame, non sarà mai una strategia che riesce a garantire una didattica erogata di pari livello in ogni Ateneo, poiché la didattica è sempre soggetta all'autonomia dei docenti, caratteristica che determina l'identità degli Atenei stessi;
  3. Oggettività nella valutazione: in fase di valutazione delle competenze acquisite da uno studente le variabili che possono influenzare, e/o compromettere, il corretto svolgimento di un esame e del giudizio stesso sono molteplici: aspetti psicologici, di studente e docente, modalità di erogazione della didattica, ambienti di studio, modalità di verifica dell'apprendimento e criteri di valutazione differenti da Ateneo ad Ateneo che non garantirebbe standard uniformi.
  4. Impatto Psicologico: in un periodo della vita di transizione come quello pre-universitario, sottoporre migliaia di studenti ad un semestre unico significherebbe aumentare esponenzialmente le incertezze sul loro futuro, e soprattutto la competizione tra gli studenti, che vivrebbero ogni giorno per sei mesi un ambiente in cui tutto sarebbe incerto, anche la fiducia verso i propri colleghi di corso, e si troverebbero a concorrere per un numero di posti limitati che porterebbe le loro strade inevitabilmente a dividersi. Tutto ciò non garantirebbe un luogo di studio salubre e stimolante, ma metterebbe in risalto soltanto le fragilità individuali;
  5. Corsi di preparazione privati per gli esami: la creazione di un semestre unico non decreterebbe la fine dei costosi corsi di preparazione al test nazionale, ma vedrebbe inevitabilmente l'incremento di corsi di formazione utilizzati da parte degli studenti con le disponibilità economiche necessarie per rafforzare la didattica erogata dalle Università al fine di conseguire gli esami di profitto con una votazione maggiore per rientrare in posizione utile nell'eventuale graduatoria nazionale per l'ammissione.
  6. Accessibilità ad una formazione gratuita e congrua alle modalità richieste: la creazione di un semestre unico non decreterebbe la fine dei corsi di preparazione al test nazionale, utilizzati prevalentemente solo da parte degli studenti con maggiori disponibilità economiche, ma vedrebbe inevitabilmente l'incremento degli stessi, dovuto al fatto che la didattica erogata risulterebbe disomogenea tra i vari atenei e comunque incompleta ai fini della prova nazionale.

 

Tutto ciò premesso,

CHIEDE

  • mantenere un test nazionale unico e standardizzato precedente all'immatricolazione che veda un programma relativo ai quesiti per la prova di ammissione ben strutturato, chiaro e oggettivo. Proponiamo inoltre, per migliorare la struttura del test nazionale attualmente in vigore, l'eliminazione di eventuali quesiti di cultura generale che richiedano conoscenze non inerenti alle materie di indirizzo e di base, e la creazione di un portale all'interno del quale tutti gli studenti che concorreranno per l'ammissione ai CdS in esame possano trovare materiale gratuito di studio ed eserciziari, entrambi inerenti al programma chiaro e dettagliato di cui sopra. Questa proposta garantirebbe anche a chi dispone di minori possibilità economiche di formarsi a 360 gradi per il test di ammissione, affinché un'adeguata preparazione non resti appannaggio dei pochi che possono permettersi corsi di preparazione privati (i quali diventerebbero, così facendo, solamente un plus e non prerogativa necessaria per avere la giusta formazione che garantisce potenzialmente una buona performance il giorno della prova di ammissione);
  • qualora si dovesse perseguire la proposta di strutturare un semestre unico, riteniamo che l'ammissione non debba essere in alcun modo subordinata al conseguimento di crediti formativi universitari (CFU) e/o alla media dei voti stabiliti per gli esami di profitto previsti durante il primo semestre unico, bensì basata su una graduatoria nazionale stilata in seguito ad un test nazionale con un programma relativo ai quesiti per la prova di ammissione coerente con gli insegnamenti erogati nel primo semestre unico. Solo in questo modo sarebbe possibile migliorare le criticità evidenziate precedentemente nei punti di debolezza 2 e 3. Inoltre, per perseguire questo obiettivo sarebbe in ogni caso necessario prevedere delle importanti azioni correttive per i punti di debolezza evidenziati in precedenza, in particolare i punti 1 e 4;
  • l'istituzione di un struttura tecnica per il rafforzamento della qualità della formazione universitaria per i CdS in Medicina e Chirurgia (come per l'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica) che permetta il coinvolgimento di rappresentanti della componente studentesca espressione dei CdS in esame (a titolo esemplificativo: Studenti iscritti ai CdS in Medicina e Chirurgia facenti parte dell'albo degli studenti valutatori ANVUR e/o su designazione delle associazioni nazionali di categoria maggiormente rappresentative ovvero altre forme specificatamente individuate) che affronti il tema dell'accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia unitamente al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, alla Conferenza Permanente dei Presidenti dei CLM di Medicina e Chirurgia e alla CRUI per individuare insieme delle formule e modifiche di intervento sul tema.

 

La Presidente

Alessia Conti



Versione pdf del documento